Dal 27 settembre al 25 ottobre potranno essere presentate le domande per far parte dell’elenco degli Innovation Manager. La figura dell’innovation manager è stata prevista nella legge di bilancio 2019. I professionisti dell’Innovazione potranno prestare servizio per quelle imprese che presenteranno la richiesta di finanziamento Queste ultime potranno quindi acquisire competenze legate alla trasformazione digitale avvalendosi di sovvenzioni governative.
La dotazione finanziaria stanziata per l’attuazione dell’intervento è pari a 75 milioni di euro ripartita per ciascuna delle annualità 2019, 2020, e 2021. Per fare domanda, l’innovation manager deve seguire una procedura informatica, utilizzando PEC e firma digitale. Nella domanda – che deve essere presentata attraverso la sezione voucher sul sito del MISE – si anche anche indicare se si intende svolgere la consulenza in modo indipendente oppure attraverso una società di consulenza.
L’intervento del MISE, per quanto lodevole, solleva però dei dubbi sulle effettive competenze di innovazione che saranno rese disponibili da coloro che si iscriveranno all’albo. Verebbe da dire che quello che si andrà a implementare è – nella più verosimile delle ipotesi – un elenco di persone esperte in una o più delle tante tencologie abilitanti Impresa 4.0 – e non tanto di persone che potranno essere riconociute come effettivi Innovation Manager. Tuttavia può rivelarsi un’opportunità per creare relazioni con professionisti che possono dare un contributo alla trasformazione digitale.
Possono beneficiare delle agevolazioni per consulenza in innovazione le imprese operanti su tutto il territorio nazionale e reti d’impresa composte da un numero non inferiore a tre PMI in possesso dei requisiti descritti, purché il contratto di rete configuri una collaborazione effettiva e stabile. Il contributo massimo concedibile è differenziato in funzione della tipologia di beneficiario:
-
Micro e piccole: contributo pari al 50% dei costi sostenuti fino ad un massimo di 40 mila euro
-
Medie imprese: contributo pari al 30% dei costi sostenuti fino ad un massimo di 25 mila euro
-
Reti di imprese: contributo pari al 50% dei costi sostenuti fino ad un massimo di 80 mila euro
I professionisti che si iscriveranno all’albo devono saper supportare i processi di innovazione, trasformazione tecnologica e digitale delle imprese e delle reti attraverso l’applicazione di una o più delle tecnologie abilitanti previste dal Piano nazionale impresa 4.0 individuate tra le seguenti:
- big data e analisi dei dati;
- cloud, fog e quantum computing;
- cyber security;
- integrazione delle tecnologie della Next Production Revolution (NPR) nei processi aziendali, anche e con particolare riguardo alle produzioni di natura tradizionale;
- simulazione e sistemi cyber-fisici;
- prototipazione rapida;
- sistemi di visualizzazione, realtà virtuale (RV) e realtà aumentata (RA);
- robotica avanzata e collaborativa;
- interfaccia uomo-macchina;
- manifattura additiva e stampa tridimensionale;
- internet delle cose e delle macchine;
- integrazione e sviluppo digitale dei processi aziendali;
- programmi di digital marketing, quali processi trasformativi e abilitanti per l’innovazione di tutti i processi di valorizzazione di marchi e segni distintivi (c.d. “branding”) e sviluppo commerciale verso mercati;
- programmi di open innovation.