Di fronte alle discontinuità di mercato e alla tendenziale affermazione di prodotti e servizi connessi l’industria è obbligata a un riallineamento in termini di organizzazione, tecnologie, processi e competenze. Quali i percorsi di trasformazione possibili? Ecco le riflessioni di Andrea Maria Benedetto, amministratore delegato di Altair, riflessioni che saranno al centro del suo intervento nel corso di IBE 2019, il tradizionale appuntamento di Pentaconsulting dedicato all’innovazione che quest’anno è dedicato all’Outcome Economy.
Con l’attuale evoluzione dei mercati si tende sempre più ad affermare che l’approccio tradizionale alla progettazione non è più sostenibile. E’ d’accordo? Se sì, come potete aiutare le aziende a trovare delle risposte a questa sfida? Quali sono gli ostacoli da superare?
Forse il vero tema è proprio quello espresso dalla seconda domanda e cioè quanto sia importante superare la barriera in ingresso verso queste tecnologie. Pensiamo che sia estremamente chiara a tutti l’importanza dell’utilizzo corretto dei dati, della data science e di tutto ciò che ne deriva e quindi il deep learning, il machine learning, l’intelligenza artificiale o, secondo una definizione che trovo più corretta e rassicurante, l’intelligenza aumentata. La barriera all’ingresso è però la complessità dei temi e quindi vogliamo approcciare il tema in modo estremamente pratico, ingegneristico, realistico ed incrementale. Negli ultimi anni, con i nostri prodotti, abbiamo perciò affrontato in modo attivo il mercato dei dati e l’IIoT, analizzando il proliferare di dati derivati da oggetti connessi. Tuttavia, vediamo la difficoltà dei nostri clienti nel transitare da approcci basati sulla fisica verso approcci di sviluppo dei prodotti e dei servizi basati sulla capacità di apprendere dalle moli di dati disponibili, dai Big Data. Da questa considerazione nasce un investimento molto importante in DataWatch azienda leader nel mondo della data science in campo Fintech, con la missione di evolvere e rendere disponibili gli strumenti, le tecnologie e gli approcci al mondo industriale e dell’ingegneria. Da sempre al fianco dei nostri clienti, ancora una volta Altair si pone l’obiettivo di diventare un partner per facilitare l’ingresso del mondo industriale in un contesto nuovo, sfidante ma certamente legato al successo futuro.
L’obiettivo è chiaro: abilitare e accelerare l’applicazione di nuove tecnologie per creare sempre più valore attraverso l’innovazione tecnologica. Il core delle attività è e sarà sempre proprio la capacità di supportare i clienti nel prendere decisioni corrette, in tempi veloci, massimizzando gli utili per l’azienda, minimizzando i costi ed i tempi di sviluppo.
In che modo la data intelligence modifica l’approccio allo sviluppo prodotto? Quali i vantaggi che possono derivare dalla disponibilità di dati resa possibile dall’affermazione dell’Iot?
Altair è da sempre pioniera nel campo del Simulation Driven Design cioè lo sviluppo di concept di prodotto che parte dagli aspetti di ottimizzazione delle prestazioni in un contesto multifisico, nella quale la simulazione precede la formalizzazione geometrica. Spesso il concetto stesso spaventa anche se abbiamo ormai innumerevoli esempi di sviluppi ottimizzati che partono dalla fisica, delle prestazioni, per poi generare le strutture e le soluzioni; evidentemente adesso ci stiamo affacciando al prossimo passo che è quello che qualche mio collega chiama della “simulazione della simulazione” dove i dati a disposizione permettono di estendere il concetto di simulation driven design in ambiti per i quali la simulazione non è addirittura perseguibile e dove invece l’analisi scientifica dei dati e le tecniche di machine learning possono guidare l’ingegnere verso soluzioni robuste in contesti nei quali è richiesto di valutare molte differenti ipotesi in tempi estremamente compressi.
L’obiettivo è abilitare e accelerare l’applicazione di nuove tecnologie per creare sempre più valore attraverso l’innovazione tecnologica
La logica di sviluppo è sempre più legata alla possibilità di realizzare prodotti connessi. Quali implicazioni comporta da un punto di vista progettuale e ingegneristico questa prospettiva?
Secondo me qua bisogna innanzitutto contestualizzare nel modo corretto il problema; io penso che nel recente passato si sia spesso parlato di IoT e di IIoT in modo un poco superficiale. Per portare reali benefici l’approccio deve essere estremamente strutturato e molto forte dal punto di vista ingegneristico. Personalmente ritengo che il grande supporto all’industria nel mondo della IoT possa e debba essere fornito da aziende, come Altair, che hanno molto chiaro quale sia il processo di sviluppo dei prodotti, quali siano le fisiche, quali siano i parametri critici, quali gli obiettivi tecnici e tecnologici da perseguire e quali siano i trade-off da dominare per individuare scelte progettuali ottimizzate. E’ pertanto un lavoro da esperti di ingegneria del prodotto e si esplica attraverso il processo che si definisce “Product IoTzation”, cioè la creazione di prodotti che nascano per sfruttare i benefici dell’Internet of Things.
Mi piace, nel campo della Predictive Maintainance, portare l’esempio dell’ottimizzazione del ciclo di funzionamento delle porte scorrevoli, con l’obiettivo dell’azzeramento delle fermate per guasto. Se non comprendiamo bene i principi di funzionamento, i parametri critici, le soglie di tali parametri, l’applicazione dell’IoT si ridurrà alla minimizzazione dei tempi di fermo per guasto, potendo in tempo reale l’IoT fornire informazioni sulla funzionalità del sistema o sul suo avvenuto bloccaggio. Ma se invece dal punto di vista ingegneristico comprendiamo bene quali sono i parametri fisici che testimoniano l’usura e quindi la necessità di intervento predittivo su una sliding door allora riusciremo a far sì che questa porta non sia mai ferma perché anticiperemo l’evento di guasto analizzando l’andamento dei parametri critici.
E’ chiaro quindi che il concetto di Product IoTzation vede l’ingegneria gestire la coerenza tra concept prodotto, che ottimizza le prestazioni dei parametri critici, la misurazione dei dati in esercizio riferiti in modo diretto o indiretto alle fisiche rilevanti, e la gestione del Digital Twin che rappresenta e modella il prodotto in esercizio. In un contesto molto più complesso di un cinematismo lineare – nel quale i principi di funzionamento siano meno noti, i parametri in numero elevato, non necessariamente noti, le condizioni di funzionamento molto variabili – il concetto precedentemente espresso presenta i suoi limiti, e pertanto rischia di vanificare le possibilità di ottimizzazione. In questo contesto la data science fornisce gli strumenti e le metodologie per supportare la comprensione delle relazioni, dei parametri e delle correlazioni, non altrimenti esplicitabili, e quindi permette un approccio di ottimizzazione anche in contesti estremamente complessi.
Altair supporta i clienti nel prendere decisioni corrette, in tempi veloci, massimizzando gli utili per l’azienda, minimizzando i costi e i tempi di sviluppo
Altair si è sempre distinta per essere un pioniere della simulazione. Cosa e come è cambiato nel tempo il vostro approccio al mercato e la proposizione di offerta ai clienti?
Il ruolo di Altair è cambiato ed evoluto insieme ai nostri clienti nei decenni che ci hanno visto partner preferenziale dei più grandi gruppi industriali mondiali. C’è però sicuramente un elemento di grande continuità che è la nostra vicinanza al cliente, la nostra impostazione come azienda di ingegneri che generano opportunità di innovazione di prodotto e di processo fianco a fianco con gli ingegneri dei nostri clienti, ne comprendono le problematiche e le esigenze. Con questo grande valore che è rimasto intatto negli anni la nostra offerta e i nostri prodotti sono invece evoluti non solo per rispondere alle esigenze attuali, ma soprattutto per anticipare le richieste future dei nostri clienti. Oggi la nostra offerta permette ai clienti di avere la confidenza corretta e quindi di porre la simulazione in generale ed il Simulation Driven Design al centro del loro processo di sviluppo prodotto. L’utilizzo dell’IoT, della data science, e la conseguente intelligenza aumentata renderà più capaci, più esperti gli ingegneri dei nostri clienti concentrandoli sui processi ad alto valore aggiunto e supportandoli con informazioni facilmente fruibili e dati che altrimenti sarebbero estremamente onerosi se non impossibili da comprendere.
Personalmente credo che ormai non ci sia più innovazione in assenza di simulazione, sia questa una raffinata simulazione “tradizionale” basata su multi-fisiche complesse oppure una simulazione basata su gigantesche quantità di dati, apparentemente inaccessibili e incomprensibili ed invece districati, chiariti, analizzati, visualizzati, resi fruibili con metodologie di data science.
Il cambio di paradigma della progettazione che è insito nella vostra proposizione tecnologica può accelerare la definizione di nuovi modelli di business data driven?
Sicuramente ci deve essere sempre grande coerenza tra la missione del prodotto o del servizio ed il processo con cui questo prodotto o servizio vengono concepiti, generati, ottimizzati e poi gestiti nel loro ciclo vita. Siamo in una fase di profonda evoluzione della complessità richiesta da parte del mercato; i processi che ho menzionato si accelerano reciprocamente. Sta diventando chiaro come non riuscire a comprendere e gestire, non essere parte attiva di questa rivoluzione tecnologica sia un grande rischio per le aziende che vogliono continuare ad essere leader di mercato, indipendentemente dal settore di appartenenza.
Per quanto riguarda il mercato italiano su quali leve state spingendo per riuscire a diffondere la vostra cultura di progettazione?
Onestamente non parlerei di spinta, non ho mai creduto al push di offerta, ma più ad una attenta analisi delle esigenze del mercato. Questa attenzione alle esigenze dei nostri clienti ci ha fatto comprendere come l’industria italiana si trovi in un momento di grande trasformazione, stia comprendendo quanto l’eccellenza tecnica e tecnologica, che poi significa eccellenza in termini di prestazioni dei prodotti in ottica cliente, ma anche di costi di produzione ed in generale del ciclo vita del prodotto, siano assolutamente da perseguire con grande forza. Osserviamo come stia quindi sempre di più diventando chiaro anche alla piccola e media industria la strategicità di partner come Altair, in grado di supportare i propri clienti dal punto di vista tecnologico e di vision. Abbiamo risposto a questa esigenza di mercato creando modelli di business che permettano ad aziende con budget, skill e dimensioni diverse, rispetto ai grandi costruttori come Airbus, Boeing, Leonardo, Daimler, BMW, Tesla, FCA, di accedere in modo semplice al mondo delle competenze di Altair.
Il modello che ci viene richiesto, e che noi applichiamo al contesto dei nostri clienti, è quello di portare le best practice e le più avanzate tecnologie da noi applicate nel mondo alle aziende più grandi, al contesto delle filiere italiane per accelerarne lo sviluppo con metodologie già qualificate. E’ questo, in fin dei conti, una ulteriore applicazione del modello a cascata, nel quale Altair rappresenta il volano e l’elemento di congiunzione che fa ricadere e accelerare l’adozione di metodologie e tecnologie in altri contesti che così ne traggono vantaggio a un costo più accessibile e con tempi più compressi.