La robotica sta conoscendo anche in Italia una fase espansiva e lo fa con numeri a doppia cifra che proiettano la nostra industria tra quelle che hanno maggiori potenzialità di sviluppo. Secondo le stime dell’Ifr, infatti, in Italia nel 2018 sono stati venduti quasi 10 mila robot (9.837 unità), con una crescita del 27%, significativamente superiore alla media mondiale (+6%). Numeri che hanno permesso all’Italia di confermarsi secondo mercato in Europa, dopo la Germania, e di recuperare posizioni, sia nella classifica mondiale dei paesi che usano maggiormente la robotica (da ottavi a settimi) che in quella dei paesi a maggiore densità di robot adottati per ciascun lavoratore (da decimi a noni). Un risultato importante che segna un’inversione di tendenza: dieci anni fa l’Italia era quarto Paese al mondo per consumo di robot ed è poi scivolato in decima posizione.
Una robotica che cresce, quindi, e che stimola sempre di più l’attenzione delle imprese manifatturiere (e non solo), soprattutto per le sue componenti più avanzate. Secondo Boston consulting, entro i prossimi 3 anni l’87% di questo comparto industriale utilizzerà robot di seconda generazione, sistemi avanzati in grado di automatizzare in maniera profonda l’attività industriale, consentendo a macchinari e dispositivi di prendere decisioni e compiere azioni in maniera autonoma, di auto-adattarsi ai cambiamenti della produzione o delle condizioni ambientali e di lavorare anche in situazioni di rischio. Ma se la maggior parte dei dirigenti di impresa è consapevole delle opportunità della robotica avanzata, solo pochi hanno già adottato una strategia che nei prossimi anni consenta di sfruttarne a pieno le potenzialità.
Sostenibilità economica
I robot sono utili, liberano l’uomo dalla fatica e dalla ripetitività dei movimenti. La loro applicabilità può essere teoricamente estesa a tutte le attività che implicano una manipolazione di un qualche oggetto. Tuttavia, nella realtà quello che conta è la sostenibilità economica ovvero il rapporto tra costi e benefici, che finora si è rivelato ottimale soprattutto in contesti di industria molto strutturati e con alti volumi di produzione, in primis l’automotive. Siamo però a un punto di svolta. I robot iniziano a diventare una risorsa anche per le pmi grazie alla straordinaria evoluzione di cui sono protagonisti i cobot, vere macchine collaborative che possono affiancare i lavoratori in una molteplicità di attività.
La nuova generazione di robot
I robot non sono più solo macchinari complessi e difficili da programmare, che ottimizzano un singolo compito in una catena di montaggio. Oggi ci sono robot di tutte le dimensioni, forme e capacità, molti dei quali mobili e facili da programmare in grado di supportare una forza lavoro diversificata. Non solo, la robotica sta diventando sempre più avanzata e più conveniente. Il costo dei componenti – come processori, servomotori, drive, controller e bracci meccanici – è diminuito sensibilmente negli ultimi cinque anni. I robot collaborativi sono diventati una soluzione per molte aziende. Possono essere utilizzati per lavori pericolosi o pesanti, nonché per colmare il vuoto lasciato da compiti troppo piccoli o troppo noiosi per gli umani.
Basti pensare all’utilizzo che ne può essere fatto in contesti che mettono a rischio la sicurezza e la salute dei lavoratori. Nei reparti di verniciatura, per esempio, o in tutti quegli ambienti dove si può entrare in contatto con sostanze tossiche. Oppure, ancora, in spazi dove si devono trattare o conservare prodotti che non possono essere contaminati da agenti esterni. In tutte queste situazioni la robotica può svolgere compiti importanti. Alcuni robot di nuova generazione sono altresì progettati per essere integrati con il corpo umano: guanti robotici ed esoscheletri completi o parziali possono essere indossati per rendere i lavoratori più forti e ridurre la fatica e il rischio di lesioni. Quest’ultimo aspetto porta ad affermare che la robotica tenderà certamente a diventare parte integrante dei processi, agendo come tecnologia complementare alla flessibilità che continuerà ad essere assicurata dalla presenza dei singoli lavoratori.