Il World Economic Outlook tira le somme della crisi coronavirus. Il Pil 2020 stimato per il nostro Paese è del – 9,1 per cento. Nel 2009, dopo la crisi di Lehman Brothers, le cose andarono meglio di oggi: il Pil si contrasse di 5 punti. Siamo la maglia nera nel mondo (ci batte solo la Grecia, – 10% ). La Germania viene data al -7,0 e Francia al -7,2. Altrettanto eccezionale la situazione degli Stati Uniti (- 5,9%) e la Cina, la più colpita, che deve accontentarsi di una crescita dell’1,2% . Per l’economia globale è prevista una contrazione del 3% per cento mentre il Pil delle economie avanzate si contrae del 6,1% e l’Eurozona del 7,5%. Rimaniamo ottimisti: già nel 2021 la stima a livello mondiale è + 5.8% con un possibile completo recupero dell’effetto crisi nel corso del 2022. (by Pm)
Ci avviamo ormai verso una recessione conclamata ma occorre tenere presente che una possibile ripresa nel medio periodo è stata già data per (quasi) scontata dai mercati. E’ un segnale che evidenzia dall’andamento dell’indice di borsa mondiale (MSCI World). Il picco di flesso si è raggiunto il 19 marzo con una perdita rispetto ai massimi di gennaio di oltre il 30%. Nei giorni e settimane successive la tendenza al ribasso si è invertita evidenziando una maggiore disponibilità agli investimenti. Se sia solo una dinamica temporanea non possiamo saperlo ma al momento il sentimento è positivo.
Secondo i calcoli del centro studi Ref, in Italia ogni mese di chiusura totale costa il 2-3 per cento del Pil vale dire una cifra compresa tra i 35 e i 50 miliardi. Se l’offerta è ferma, altrettanto può dirsi della domanda. Secondo uno studio della Confcommercio il crollo dei consumi nel solo mese di marzo è stato del 31,7 per cento.
Le banche centrali hanno attivato 6 mila miliardi di dollari e in paesi come Germania, Italia, Francia, Giappone e Usa, l’intervento è stato del 10 per cento del Pil. In tutto il mondo si prevede di spendere tra interventi diretti e garanzie 4,5 trilioni dollari, più di quanto fu speso per contrastare la recessione del 2009.
Le misure approntate e le conseguenti risorse che potranno essere rese disponibili serviranno a contrastare efficacemente la recessione? Il tutto è condizionato dalla capacità di sostenere la domanda e la tenuta del sistema occupazionale. Le misure di sostegno devono agire pertanto su due fronti: sostegno alle imprese, sostegno all’occupazione e welfare.