L’Organizzazione Internazionale dei Costruttori di Automobili (Oica) lancia l’allarme sulle conseguenze che il Covid-19 potrebbe avere sull’industria globale del settore, ma ribadisce anche l’impegno e la volontà delle aziende per riprendere ad operare e sostenere l’economia mondiale. Dopo un cupo 2019, che ha visto un calo di oltre il 5% nella produzione mondiale, scesa a 91,8 milioni di veicoli, al termine di 10 anni di crescita continua – si legge nella nota dell’Oica – l’industria automobilistica mondiale deve affrontare una nuova sfida senza precedenti nei primi mesi del 2020.
Il coronavirus ha iniziato la sua diffusione solo pochi mesi fa, ma sta già causando sfide senza precedenti a una dei più grandi settori industriali del mondo. Questa potrebbe essere ”la peggior crisi che abbia mai avuto un impatto sull’industria automobilistica” ribadisce il presidente dell’Oica, Fu Binfeng che è anche il segretario generale delll’Associazione Cinese dei Produttori di Automobili (Caam).
Secondo i dati diffusi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a Marzo diminuiscono infatti dell’85% le immatricolazioni di autovetture, a 28.326 unità rispetto alle 194.302 dello stesso mese dello scorso anno, con una perdita di quasi 166.000 unità. Una situazione che coinvolge tutta o’Europa. Per Acea, l’associazione dei produttori di auto del Vecchio Continente: in circa 18 giorni di chiusura la perdita di produzione di veicoli è stata pari a quasi 1 milione e mezzo di unità, tra auto, truck e commerciali.
“La risoluzione in tempi non brevi della drammatica crisi sanitaria da COVID-19, con gli effetti che la chiusura avrà sull’economia, e il tracollo, senza precedenti nella sua dimensione e velocità, del mercato auto che abbiamo visto nelle scorse settimane – ha commentato Michele Crisci, Presidente UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere – lasciano presagire una pesantissima caduta del mercato auto nel 2020, che potrebbe chiudere, nel migliore dei casi, intorno a 1.300.000 unità, un terzo in meno rispetto al 2019”.
“L’impatto di un blocco di 2 o 3 mesi – continua il Presidente – sarebbe comunque devastante per l’intero settore automotive in Italia e in particolare per la filiera della distribuzione e assistenza, con il concreto rischio di chiusura di numerose imprese del comparto, per mancanza di fatturato e conseguente crisi di liquidità, e di perdita di una quota consistente dei 160.00 occupati”.