Secondo l’International Labour Organization (ILO), la crisi causata dal Coronavirus rischia di spazzare via il 6,7% delle ore di lavoro a livello globale nel secondo trimestre del 2020, pari a 195 milioni di lavoratori a tempo pieno. L’impatto supera di gran lunga gli effetti della crisi finanziaria del 2008-2009.
Secondo l’ILO, oggi oltre quattro lavoratori su 5, ovvero l’81% dei 3,3 miliardi di persone che rappresentano la popolazione attiva a livello mondiale, sono colpiti dalla chiusura totale o parziale dei luoghi di lavoro. Circa 1,25 miliardi di lavoratori sono occupati nei settori identificati come ad alto rischio di incremento drastico e devastante dei licenziamenti e delle riduzioni dei salari e dell’orario di lavoro. Molti di questi, sottolinea l’Ilo, occupano lavori poco qualificati e poco retribuiti. Qui il completo rapporto occupazione ILO covid
L’indice manifatturiero delle PMI
Per rendersi conto delle proporzioni della crisi italiana si può fare riferimento all’indice Pmi. Si tratta del purchasing managers index, che rileva l’andamento dell’attività manifatturiera e dei servizi di una nazione. Secondo questo indice, un punteggio di 50 indica un sostanziale pareggio di aziende con attività in crescita e aziende con attività in calo.
Per quanto riguarda l’Italia, ovvero la prima nazione europea che ha operato il lockdown, si evidenziano questi numeri: se nel mese di febbraio l’indice Pmi segnava 52,1 punti, quindi poco sopra la soglia di galleggiamento, il mese di marzo ha invece segnato un punteggio di 17,4. Cifre non molto diverse da quelle registrare in Spagna, dove l’indice Pmi è crollato a 23 punti.
Chi si rialzerà in piedi più velocemente?
Bbc ha stilato una classifica dei Paesi che usciranno più velocemente dalla crisi economica scatenata dalla pandemia. Tra questi (130 quelli presi in considerazione) al primo posto c’è la Norvegia, seguita da Danimarca, Svizzera e Germania, mentre l’Italia è al 31esimo posto, Gli Stati Uniti sono noni, la Gran Bretagna decima, la Francia 14esima e la Spagna 23esima. A
L’analisi della Bbc è basata sul’indice di resilienza globale 2019 della compagnia assicurativa FM Global, che classifica la capacità di resilienza delle aziende in 130 Paesi, sulla base di fattori quali stabilità politica, governo societario, ambiente di rischio e logistica e trasparenza della catena di approvvigionamento.
Associando questi fattori la classifica dei Paesi in grado di riemergere più velocemente dalla crisi vede al primo posto la Norvegia, con 100 punti, al secondo posto la Danimarca (97,2), al terzo la Svizzera (97), al quarto la Germania (96,6), seguita da Finlandia (94,3), Svezia (94,1), Lussemburgo, Austria, Usa (92,4)e Gran Bretagna (91). L’Italia e’ al 31esimo posto (72,2), mentre la Francia e’ 14esima (90,1), la Spagna 23esima (84,2).