Con la nuova manovra finanziaria, il Piano di Transizione 4.0 varato da MISE viene potenziato, passando da 7 miliardi a circa 24,3 miliardi, e diventa strutturale. Gli obiettivi fondamentali? Stimolare gli investimenti privati e dare stabilità e certezze alle imprese con misure che hanno effetto da novembre 2020 a giugno 2023.
Nella manovra 2021 i nuovi crediti di imposta sono previsti per 2 anni, e viene confermata la possibilità per i contratti di acquisto dei beni strumentali definiti entro il 31 dicembre 2022 di beneficiare del credito con il solo versamento di un acconto pari ad almeno il 20% dell’importo e successiva consegna dei beni nei 6 mesi successivi (quindi, entro giugno 2023).
Per gli investimenti in beni strumentali “ex super” e in beni immateriali non 4.0 effettuati nel 2021 da soggetti con ricavi o compensi minori di 5 milioni di euro, il credito d’imposta è fruibile in un anno.
E’ ammessa la compensazione immediata (dall’anno in corso) del credito relativo agli investimenti in beni strumentali e per tutti i crediti d’imposta sui beni strumentali materiali, la fruizione dei crediti è ridotta a 3 anni in luogo dei 5 anni previsti a legislazione vigente.
Ulteriori novità prevedono l’incremento dal 6% al 10% per tutti del credito riferito a beni strumentali materiali (ex super) per il solo anno 2021.
Viene poi esteso dal 6% al 15% il credito d’imposta per investimenti effettuati nel 2021 per implementazione del lavoro agile. Per i beni immateriali non 4.0 il credito è al 10% per investimenti effettuati nel 2021 e al 6% per investimenti effettuati nel 2022.
Buone notizie per la Ricerca & Sviluppo: il credito passa dal 12% al 20% e può essere applicato du un massima che passa da 3 a 4 milioni di euro. Infine sono stati disposte condizione migliorative sia per l’innovazione tecnologica (dal 6% al 10% con un massimale che passa da 1,5 milioni a 2 milioni) e per l’innovazione green e digitale (dal 10% al 15% e massimale che passa da 1,5 milioni a 2 milioni).