La complessa situazione con cui le aziende hanno dovuto confrontarsi dall’inizio della diffusione del COVID ha accelerato la trasformazione digitale. Tutta una serie di interventi, dal punto di vista organizzativo e operativo, che non erano considerati essenziali, o quanto meno non erano stati sorretti da investimenti significativi, improvvisamente hanno scalato la lista delle priorità. La cartina di tornasole che conferma questa tendenza? Basta guardare all’impulso e alla crescita che si è avuta nel corso del 2020 riguardo a tutto ciò che fa riferimento al cloud, in tutte le sue possibili declinazioni, infrastrutturali e di servizio. L’indice delle società che operano secondo il modello as a service ha conosciuto una crescita esponenziale in termini di valore di capitalizzazione senza precedenti: il digitale è diventato improvvisamente l’ingrediente in grado di rendere resiliente l’operatività d’impresa a fronte di condizioni economiche con un altissimo livello di criticità.
Di questo fenomeno ne da evidenza una recentissima indagine svolta da McKinsey che testimonia come la tempistica della trasformazione digitale abbia di gran lunga superato le aspettative iniziali. Un dato su tutti: il lavoro a distanza. La velocità con cui si sono approntati i cambiamenti organizzativi per rendere fruibile una modalità di lavoro smart è stata di di gran lunga migliore di quella attesa. Circa 10 giorni rispetto ai 400 preventivati. Altrettanto è successo per mettere a punto importanti cambiamenti lungo tutta la filiera d’impresa. La possibilità di agire sul digitale come leva del cambiamento ha consentito di mettere a punto una struttura d’impresa più resiliente agli effetti del Covid, ottimizzandone le performance.
Senza quanto successo ci sarebbero voluti anni per vedere gli stessi cambiamenti che si sono realizzati nel corso dell’anno. Insomma, il Covid, ha cambiato molte cose all’interno delle aziende, con interventi di modernizzazione che altrimenti si sarebbero realizzati nel lungo termine. Non solo, i cambiamenti non si limitano a gestire un’emergenza ma modificano nel profondo il business dell’azienda, rendendola più allineata al nuovo assetto dei mercati. In soli pochi mesi il Covid ha cambiato il modo con cui le aziende fanno business, affermano in McKinsey.
Il fattore di digitalizzazione nella dimensione della supply chain ha acelerato il cambiamento di tre, quattro anni. Altrettanto è accaduto per quanto riguarda la produzione di prodotti/ servizi digital ready, la cui quota è andata aumentando, accelerando un fenomeno che probabilmente avrebbe impiegato anni per vedersi realizzato.
Ciò che è interessante è che la maggior parte degli executive afferma che la stragrande maggioranza degli interventi che sono stati effettuati non sono di carattere tattico ovvero temporaneo in risposta a un’emergenza, ma di ordine strutturale. Gli investimenti, in questo arco temporale, differiscono peraltro da quanto avvenuto in precedenza. Le aziende si sono infatti concentrate nel ri-orientare la propria offerta piuttosto che fare enormi balzi nello sviluppo del prodotto nell’arco di pochi mesi.
E ancora più evideten emerge una considerazione. Quanto aveenuto in questi dimostra che il digital non è più solo un costo da sostenere per migliorare le inefficienze, ma l’elemento centrale per abilitare un cambiemento di business. Cosa contraddistingue le aziende che hanno dimostrato di trarre vantaggio dal nuovo corso economico? Innanzitutto la capacità di sviluppare nuove competenze, l’uso di tecnologie avanzate e la velocità nella sperimentazione e nell’innovazione.
Durante la pandemia, i consumatori si sono spostati drasticamente verso i canali online e aziende e industrie hanno risposto a loro volta. I risultati del sondaggio confermano il rapido spostamento verso l’interazione con i clienti attraverso i canali digitali. Le aziende affermano che circa il 60% delle loro interazioni con i clienti sono di natura digitale.