Quali le tendenze che si stanno imponendo nel mercato del lavoro ICT? Una delle sostanziali differenze rispetto al passato è rappresentata dall’estrema volatilità delle skill, che nascono, si sviluppano e muoiono con cicli molto più brevi rispetto al passato. Chi ambisce a trovare spazio sul mercato del lavoro deve sempre tenere presente che il cambiamento è l’unica certezza
di Piero Macrì
Data economy, App Economy, Mobile Economy, siamo davvero nel bel mezzo di un cambiamento epocale. Quali sono gli effetti reali di queste emergenti tendenze sul mercato del lavoro? Secondo gli analisti, il mercato è strutturalmente connotato da una domanda superiore all’offerta tanto è vero che il numero dei laureati che ogni anno entrano nel mercato del lavoro dalle facoltà scientifiche legate all’IT è significativamente inferiore alle posizioni aperte dagli operatori del settore. In Italia i giovani occupati nel settore digitale sono appena il 12% rispetto al 16% della media europea e le loro competenze non rispondono alle richieste del mercato.
Mobile, trasformazione digitale, Internet delle cose, le competenze richieste sono diametralmente diverse da quelle del passato con il risultato che la domanda è ormai diventata superiore all’offerta. Difficile reperire competenze. Per le aziende diventa quindi importante trattenere a bordo figure professionali con queste caratteristiche. E’ il fenomeno del talent retention su cui si devono confrontare quotidianamente le organizzazioni. Le aziende hanno, quindi, il compito importante di reperire e inserire in organico persone sempre più competenti su tecnologie che cambiano in modo molto rapido, garantendo formazione e aggiornamento costanti, per evitare ogni eventuale gap o rallentamenti nei piani di sviluppo.
Quali le figure più richieste? Nell’ambito dello sviluppo vi è una fortissima attenzione sul mobile e cloud.Conoscere le tecnologie mobile e i nuovi linguaggi di sviluppo è del resto inevitabile, dato che oggi ogni applicazione di produttività deve essere disponibile anche su smartphone o tablet. E poi solution architect, una funzione completare alla prima, tesa alla creazione di infrastrutture a supporto delle nuove mobile apps, ed esperti in DevOps e metodologie di sviluppo agile, in quanto il ciclo del software necessita di rapidità di sviluppo ed è soggetto ad aggiornamenti e frequenti rilasci.
In ultimo, data analyst con competenze nell’ambito del trattamento dei big data. In quest’ultima dimensione i data scientist sono il profilo più difficile da reperire sul mercato. Esistono nuovi programmi di formazione, ma la complessità dell’argomento e i tempi lunghi per la formazione implicano che la battaglia per accaparrarsi questi talenti durerà a lungo. Da molte parti si osserva poi che il maggiore problema che si va oggi evidenziando non è tanto trovare specialisti in una particolare tecnologia, quanto piuttosto quelli in grado di fare lavorare insieme molte applicazioni diverse.
Ma al di là delle competenze strettamente tecniche quali sono le attitudini che vengono preferite? In generale, alle competenze elevate in ambito tecnico, si richiede disponibilità al cambiamento, flessibilità, doti che consentano di accogliere cambiamenti tecnologici. Le aziende hanno bisogno di persone che siano competenti e preparate sulle tecnologie, ma che abbiano allo stesso tempo uno spirito di innovazione e pronto al cambiamento, che possa consentire di seguire l’evoluzione dei trend IT e di capire quindi come operare al meglio.
Un’ulteriore richiesta nata da questo nuovo contesto è la necessità di figure che sappiano interfacciarsi con responsabili di dipartimenti differenti, non solo appartenenti al segmento ICT. Sono esigenze che derivano, per esempio, dalla convergenza IT-OT. È fondamentale, quindi, che chi si occupa di tecnologia sia in grado di confrontarsi con altri manager non strettamente IT, di capire le loro esigenze e di poter rispondere in modo adeguato. Le competenze digitali non sono perciò tutto. Le persone oltre ad avere una forte propensione all’innovazione devono anche avere voglia di mettersi in gioco e acquisire ottime capacità di problem solving e di team working.
E se da una parte si ricercano nuove competenze, dall’altra chi ambisce a trovare spazio sul mercato del lavoro deve sempre tenere presente che il cambiamento è l’unica certezza. Una delle sostanziali differenze rispetto al passato è data, infatti, da una maggiore volatilità delle competenze, che nascono, si sviluppano e muoiono con cicli molto più brevi delle tecnologie che hanno contraddistinto i primi anni 2000.