Ingredienti per passare dall’economia degli slogan all’economia dei risultati sostenibili ovvero come generare un ritorno economico e un valore competitivo dalle opportunità Big Data. Come dare spazio alla formazione di nuove idee? Come renderle concrete e attuabili per garantire una prospettiva competitiva e sostenibile alla propria sopravvivenza professionale e a quella delle aziende in cui si opera? IBE 2019 sarà l’occasione per individuare i percorsi più adatti per raggiungere questi obiettivi. Ce ne parla Massimo V.A. Manzari, Ceo di ReD Open.
Massimo V.A. Manzari, Ceo di ReD Open
E’ possibile in questi tempi di tempeste e trasformazioni digitali fare in modo che tutti gli slogan che quotidianamente ci circondano e assalgono diventino elementi “costruttivi” in grado di generare reale un ritorno economico, sociale e produttivo? La risposta è banale e certamente ovvia. Da qui a rendere concreto un “sì”, e quindi evitare che anche questa parola rimanga un mero slogan, è azione complicata e piccoli aiuti verso la conquista di una autonomia operativa sono indispensabili. Il sì è risposta ancor più ovvia per chi scrive, dato che opero in un’azienda che vuol far nascere dalle nostre mani la consapevolezza dell’innovazione digitale degli ecosistemi aperti. È per questo motivo che è stata fondata ReD Open.
E’ indispensabile attuare una Data Governance dove le norme, l’etica, la sicurezza, i principi, le regole e le responsabilità che disciplinano i vari tipi di dati, siano elementi abilitanti un valore competitivo e differenziante
Valore competitivo e differenziante
Eccoci quindi al punto, ovvero aiutare le imprese ad attuare una Data Governance dove le norme, l’etica, la sicurezza, i principi, le regole e le responsabilità che disciplinano i vari tipi di dati, siano elementi che diano modo agli ecosistemi aziendali di acquisire un valore competitivo e differenziante. Questa la missione di ReD Open. Ed è ciò è richiesto oggi, perché negli ecosistemi d’impresa il perimetro operativo e tecnologico dell’automazione industriale è sempre più aperto verso l’esterno e cresce continuamente per eterogeneità, complessità, competenze richieste, molteplicità di attori coinvolti e requisiti di compliance a normative e standard.
Per continuare a garantire una governance e una protezione efficace ed efficiente dei contesti di Automazione Industriale è richiesto un radicale cambiamento culturale, più integrato e aperto.
Cultura d’impresa per una smart industry
Pensiamo ad esempio a ciò che accade per la pervasività di internet in ambiti industriali, sino a ieri chiusi nella propria operatività, oggi invece raggiungibili, connessi e aperti ai mondi esterni all’impresa. Industrial Internet of Things, Wireless Automation, Smart Instrumentation, Cybersecurity, Privacy, Proprietà intellettuale, Data Governance, sono solo alcune delle variabili in gioco che mettono in forte crisi tanto i sistemi di controllo e i processi industriali, quanto i modelli organizzativi, la cultura d’impresa e le sue subculture, nonché la governance degli stessi processi aziendali e industriali. Ecco quindi che per continuare a garantire una governance e una protezione efficace ed efficiente anche dei contesti di Automazione Industriale è richiesto un radicale cambiamento culturale, più integrato e aperto. Ma quali sono le competenze e i gap culturali, tecnologici, operativi, organizzativi e giuridici a cui dare priorità? Esistono? Quali responsabilità e di chi?
Opportunità per ripensare un ecosistema aperto competitivo, collaborativo e bilanciato nelle sue dimensioni economiche, culturali, giuridiche e di responsabilità sociale.
Per un ecosistema aperto e collaborativo
Assumere la prospettiva della Data Governance, delle identità e degli ecosistemi digitali significa prendere spunto dai cambiamenti in atto per analizzare e contestualizzare come questi temi, ovvero la data governance e le identità degli oggetti, le nuove dimensioni della sicurezza, la governance d’impresa, l’etica e la responsabilità del lavoro e dell’automazione, siano in realtà opportunità per ripensare un ecosistema aperto competitivo, collaborativo e bilanciato nelle sue dimensioni economiche, culturali, giuridiche e di responsabilità sociale. Quelle appena descritte sono alcune tracce su come è possibile trasformare gli slogan che oggi ci circondano, ci affascinano e spesso ci confondono con la loro sovrabbondanza di soluzioni a domande mai poste. Sono punti da cui partire per generare un ritorno economico, sociale e produttivo.