HP utilizza la tecnologica additiva per la produzione di parti in plastica delle proprie stampanti Multi Jet Fusion. Un precedente che ha creato le premesse affinché la tecnologia possa essere estesa allo sviluppo di altre componenti industriali dell’azienda.
Il volume di stampa, ovvero la dimensione dell’oggetto da produrre, è spesso considerato una caratteristica fondamentale nella scelta della stampante 3D. In effetti, da questa dipendono tantissime cose: la dimensione dei modelli realizzabili in un solo pezzo, la quantità di pezzi realizzabili in un solo processo di stampa, il costo stesso della stampante.
Utilizzata prevalentemente in ambito automobilistico e aerospaziale, e per lungo tempo sfruttata per le realizzazione di prototipi, le tecnologie additive stanno lentamente affermandosi nella produzione di componenti in ambito industriale, consumer e medicale.
La manifattura additiva consente una forte personalizzazione delle componenti. Se utilizzata nella prototipazione permette alle aziende di testare nuove parti a costi accetabili. Soprattutto, permette di realizzare forme e strutture che non sarebbero realizzabili con tecnologie di produzione tradizionale.
Secondo Scott Schiller, responsabile globale dei clienti e dello sviluppo del mercato per la stampa 3D di HP, è quest’ultimo il vero vantaggio della stampa additiva, in quanto consente la creazione di prodotti unici così come una riduzione dei costi nella produzione di volumi limitati.
Il manager di HP evidenzia, inoltre, un altro grande vantaggio della stampa 3D: la possibilità di modificare il prodotto in ogni momento del processo di sviluppo prodotto così come la possibilità di decidere la soluzione di manifattura ottimale in base ai volumi che si devono produrre: nel caso in cui si debbano produrre degli stampi, si ha per esempio la possibilità di sceglire cosa stampare in 3D e cosa con i sistemi tradizionali a iniezione.
Che la stampa 3D costituisca una soluzione innovativa e vantaggiosa lo testimonia la stessa HP che utilizza la tecnologica additiva per la produzione di parti in plastica delle proprie stampanti Multi Jet Fusion. Un precedente che ha creato le premesse affinché la tecnologia possa essere estesa allo sviluppo prodotto di altre componenti industriali dell’azienda.
“La stampa 3D – conclude Schiller – ci consente di ridurre i costi di produzione e migliorare il time to market. Non solo, permette di testare i prodotti sin dalle fasi iniziali della progettazione, creando opportunità per la creazione di prodotti con più elevate prestazioni”.