In un contesto in continua evoluzione le aziende manifatturiere devono comprendere/immaginare le esigenze del mercato cui si rivolgono. Nello stesso tempo devono sviluppare un modello di business adeguato e un’infrastruttura abilitante (le operazioni) in grado di dare risultati profittevoli. Le difficoltà non mancano, ma se si colgono in tempo i fondamentali e le tendenze è ancora possibile continuare a competere con successo. In questo scenario il PLM gioca un ruolo di assoluta centralità.
di Massimo Fucci
Ci troviamo nell’era digitale. Potrebbe sembrare un’affermazione banale o pleonastica, eppure, questo posizionamento temporale ci deve portare a una serie di riflessioni, al di là e al di sopra delle pressioni e degli impegni del quotidiano, in modo tale da comprendere quali siano gli elementi chiave di questo nuovo scenario di mercato.
Cominciamo dai fondamentali: al cambiamento delle esigenze deve inevitabilmente corrispondere un cambiamento dei modelli di business. In molti casi si sta infatti passando dall’acquisto di un bene all’acquisto della fruizione del bene. Un passaggio non banale che va ad impattare le modalità in cui si pensano e si sviluppano i prodotti, le stesse modalità di assistenza, la manutenzione e la loro dismissione.
Vanno poi definiti i parametri per la fatturazione dell’uso. Ma non solo, questi ultimi devono fornire le informazioni sia per interventi predittivi, sia per lo sviluppo di nuovi prodotti. Vanno perciò cambiate le modalità in cui si sviluppano e si gestiscono i prodotti in esercizio. Un percorso che vede coinvolta sia la cultura d’azienda, a diversi livelli, ma anche le tecnologie e le applicazioni di ausilio alla gestione dell’intero ciclo di vita dei prodotti (PLM). Infine, affinché le diverse soluzioni disponibili sul mercato possano essere adottate e implementate in maniera consapevole, management e collaboratori devono tenere in seria considerazione alcune tendenze di fondo nel seguito descritte.
PLM e Piattaforme di Applicazioni
Un passaggio critico – ma ormai palese – da prendere in considerazione è la trasformazione da insieme di Applicazioni a Piattaforma di applicazioni. In questo ambito, i produttori software hanno ampliato nel corso degli anni il proprio portafoglio d’offerta mediante acquisizioni, con l’obbiettivo di soddisfare le esigenze di ogni singola figura professionale coinvolta nel processo di sviluppo prodotto. Soluzioni end to end che – a tendere – saranno in grado di operare su un’unica struttura dati. L’evoluzione delle piattaforme va nella direzione dell’apertura verso il mondo esterno. Possiamo immaginare piattaforme che, in un futuro ormai prossimo, possano essere facilmente configurate e ampliate con componenti software aggiuntivi e/o applicazioni verticali di terze parti.
PLM e Cloud
Un elemento chiave da considerare è il Cloud ovvero l’infrastruttura abilitante il cambiamento delle modalità strategiche e operative nello sviluppo dei prodotti. Nonostante una certa diffidenza da parte del settore tecnico, i dati di mercato mostrano che nel 2017 il 25% delle nuove installazioni sono state realizzate in Cloud. Un ambiente operativo naturale per le piattaforme in cui non solo trovano collocazione applicazioni di data management e di collaborazione distribuita, ma anche applicazioni di Authoring, quali la progettazione assistita da computer (CAD) e di simulazione (CAE).
I vantaggi offerti dal Cloud comprendono anche la facilità di distribuzione e aggiornamento del software, la possibilità di variare la capacità di archiviazione in funzione delle esigenze puntuali e, soprattutto, importanti riduzioni dei costi, sia da parte di chi le utilizza sia da parte di chi le fornisce.
PLM e Ambienti collaborativi
Le sfide per raggiungere un livello efficace rimangono uno dei principali obiettivi per le aziende. In effetti, migliaia di revisioni vengono eseguite in modo asincrono durante tutto il ciclo di vita di un progetto. E con dozzine di cosiddetti strumenti di collaborazione spesso utilizzati in parallelo all’interno di un’azienda o di un ecosistema di progetto, mantenere l’unicità del dato, non è cosa semplice. La collaborazione in ambiente cloud collegherà senza problemi diversi strumenti e formati di file. Ci sarà una versione, una piattaforma e un progetto, e sarà tutto mantenuto in Cloud.
PLM e Mobilità
L’accesso da mobile è sempre più importante. La maggior parte degli sviluppatori di software assistito da computer stanno attualmente implementando strumenti per accedere ai dati da mobile. L’accesso mobile consente alle persone di accedere a strumenti, app e altri dati pertinenti ovunque e in qualsiasi momento. Ciò implica una maggiore necessità nel definire – anche dinamicamente – le figure professionali e i loro permessi nel processo di sviluppo dei prodotti. La maggior parte degli utenti si aspetta, infatti, che l’accesso ai propri dati di progettazione possa avvenire sempre e ovunque, indipendentemente dal dispositivo e dalla piattaforma utilizzata. Il vero valore di avere i dati archiviati nel cloud verrà dalle informazioni che verranno fornite agli utenti in modo sicuro.
PLM, IoT e Big Data
In un ambiente ottimale lo sviluppo dei sensori deve essere accompagnato dalla capacità di utilizzare in maniera intelligente i dati rilevati. Ora, la disponibilità di ambienti Cloud sicuri e di piattaforme applicative per analisi dei dati (Analytics) direttamente in Cloud, fa si che le aziende possano rafforzare la propria capacità di prendere le decisioni sulla base di dati oggettivi disponibili in tempo reale. Varie proiezioni prevedono che entro il 2020 tra 20 e 30 miliardi di dispositivi e oggetti saranno connessi a Internet. Ebbene, con sensori incorporati direttamente in prodotti comunicanti in tempo reale (o prestabiliti) la manutenzione predittiva andrà a sostituire la manutenzione programmata, la produzione potrà essere modulata, l’utilizzo del parco macchine ottimizzato e il lancio di nuovi prodotti facilitato.
PLM e Simulazione
In ambito applicativo cresce l’importanza delle applicazioni rivolte alla simulazione del comportamento in uso sia dei singoli componenti, di parti o sottoinsiemi, sia dell’intero prodotto. Si è così ora in grado di affrontare e risolvere diversi domini: elettromagnetico, calore, acustico, resistenza meccanica, fluidodinamica, rendendo possibile operare in un ambito di verifica multidimensionale, al fine di poter testare un prodotto nel suo utilizzo reale. Attenzione, perché sta cambiando il modo di sviluppare i prodotti. Ciò significa che le regole di simulazione, che consentono una definizione di una forma funzionale, vanno applicate sin dall’inizio per poi procedere con la progettazione di dettaglio. Alla simulazione deve essere riconosciuto sia il merito di aver consentito la realizzazione di prodotti sempre più “correttamente strutturati” sia di aver reso definitiva e palese “l’obsolescenza” dei sistemi e delle modalità di progettazione 2D. Infatti, se non si opera su modelli 3D, la simulazione non è applicabile.
Con la realtà aumentata, possiamo sovrapporre le immagini digitali dei prodotti sviluppati nel mondo reale. Mescolando il mondo fisico e quello digitale si possono migliorare le attività di assemblaggio e manutenzione, anche a distanza. Infatti, basterà avere un conoscitore delle operazioni in sede (LA MENTE) e le persone in loco (IL BRACCIO) potranno essere guidate – passo dopo passo – nello svolgimento delle attività.
La manifattura additiva è una problematica seria che va affrontata in modalità altrettanto seria. Notevoli vantaggi – a livello industriale – saranno possibili solo se si sarà capaci di agire su più fronti in quanto la manifattura additiva richiede una fase di progettazione diversa dalle precedenti (per troppi lustri i nostri progettisti sono stati abituati a pensare che i prodotti venissero realizzati in modalità sottrattiva). Un altro fronte è la ricerca dei materiali. Infatti, la possibilità di posizionare materiali di composizioni/concentrazioni differenti in diverse zone del prodotto richiede conoscenza e capacità di produrre le giuste polveri.
Con la manifattura additiva è possibile, inoltre, la creazione di progetti più complessi che non possono essere realizzati con tecniche sottrattive tradizionali. In alcuni casi si possono ridurre – e di molto – il numero di componenti in un prodotto. Nel contempo, anche le necessità di saldare o unire con elementi di fissaggio viene ridotta sostanzialmente. Inoltre, a fine ciclo di vita, molte parti realizzate in modalità additiva potranno essere restituite a uno stato di sostanziale riutilizzo diretto.
PLM, il futuro è ibrido
Il futuro sta nelle piattaforme di hybrid manufacturing in grado di eseguire in modalità sincrona o asincrona lavorazioni sia additive che sottrattive. Un mondo in deciso e continuo fermento in cui le evoluzioni non sono solo a grande velocità, ma avvengono in contemporanea in più domini. Una situazione che deve spingere le aziende a comprendere i cambiamenti e ad acquisire capacità di implementazione continua dell’innovazione trasversale: dal modello di business, all’organizzazione del lavoro, a come si produce e si assiste un prodotto. In definitiva, ciò che si deve riuscire a definire e implementare è la progettazione del valore percepito di un prodotto in maniera tale da risultare profittevole.